SEI IL VISITATORE N°

hit counter

NOTIZIE DELL'ULTIMA ORA

21/12/07: NELLE NOTIZIE DEL GIORNO SPECIALE MERCATO ! - Sotto i sondaggi -

martedì 11 settembre 2007

LA STORIA DELLA JUVENTUS - 2° PUNTATA
I PRIMI TRENT'ANNI DELLA JUVENTUS
L’ingresso nel campionato federale
La Juventus, con Enrico Canfari presidente, dopo essersi iscritta nel consiglio della FIF, partecipò per la prima volta al Campionato Federale di Prima Categoria l'11 maggio 1900, ma non superò nemmeno le eliminatorie in Piazza D’Armi, perdendo 0-1 contro il Football Club Torinese. Nel frattempo conquistò, per la prima volta, la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel suo secondo Campionato Federale a cinque squadre, la Juventus vinse la prima eliminatoria contro la Società Ginnastica per 5-0 e giunse fino alle semifinali, battuta dal Milan. Conquistò, per la seconda volta, la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione e si aggiudicò il Gonfalone e la Medaglia del Municipio, in un torneo tra squadre liguri e piemontesi.Il 1902 segnò l'ingresso nella squadra juventina, composta quasi totalmente da studenti universitari, dei primi stranieri e di Carlo Favale come nuovo presidente. La Juventus disputò quella stagione con altre tre squadre torinesi (FC Torinese, Audace Torino e Società Ginnastica) ma alla fine dovette cedere il passo all'FC Torinese. Per la terza volta consecutiva, gli juventini vinsero la Coppa del Ministero della Pubblica Istruzione.Nel autunno dello stesso anno la Juventus partecipò alla Coppa Città di Torino, un torneo importante dall'epoca. Il presidente era a quel tempo Giacomo Parvopassu e in rosa si cominciavano a vedere i ragazzi che conquisteranno il primo scudetto juventino. Il trofeo si disputa al Velodromo Umberto I di Torino, il 24 ottobre c’è la semifinale contro l’Audace; nel primo tempo la Juve va a segno tre volte, ma la superiorità è tanto netta che gli avversari (memori anche di uno 0-6 subito otto mesi prima in campionato) decidono nell’intervallo di ritirarsi, dando così via libera agli juventini per la finale. Questa si gioca il 2 novembre successivo contro il Milan. Agli ordini del doriano Francesco Calì i bianconeri che scendono in campo sono: Domenico Durante, Gioacchino Armano, Hugo Muetzell, Carlo Vittorio Varetti, Giovanni Goccione, Domenico Donna, Alfredo Ferraris, Giovanni Vigo, Luigi Forlano, Enrico Canfari e Umberto Malvano. Le due squadre si affrontano in battaglia aperta; al 90’ il punteggio è di 2-2, e nei supplementari entrambe segnano ancora una rete: 3-3. A questo punto l’arbitro decide di continuare ad oltranza, applicando una sorta di golden gol, ma i rossoneri in disaccordo decidono di non proseguire l’incontro lasciando campo libero alla Juventus, che viene così proclamata vincitrice dell'edizione; lo farà suo per la seconda volta l'anno successivo, in un'altra finale con il Milan (1-0). Nel 1903 la Juventus abbandonò la maglia rosa. Nel campionato nazionale di quell'anno la Juventus arrivò, per la prima volta, alla finale, perdendo però per 0-3 contro il Genoa.Il 1904 è stato l'anno in cui si disputarono le prime trasferte internazionali e la Juventus viene invitata a Losanna in rappresentanza del calcio italiano, per disputare un torneo. Nel campionato italiano la Juventus arrivò nuovamente in finale contro il Genoa, ma perse nuovamente, a Genova, col risultato di 1-0, combattuto fino alla fine.Nuovi soci arrivano alla Juventus, e con questi anche nuovi soldi che rafforzano le fondamenta della società. Dalla svizzera arrivarono i tre fratelli Ajmone Marsan e il campo di gioco ufficiale si sposto dalla Piazza D'Armi al Velodromo Umberto I, dotato finalmente di tribune. La sede sociale venne poi trasferita in Via Pastrengo.Nel 1905 divenne presidente della società lo svizzero Alfred Dick, proprietario di una industria tessile, che rinforzò la squadra inserendo alcuni suoi dipendenti, come gli svizzeri Paul Arnold Walty, Ludwig Weber ed il figlio Federico, gli scozzesi Jack Diment e Helscot, nonché gli inglesi James Squire e Goodley. In quella stagione il presidente firmò un lungo contratto di affitto per l'utilizzo del Velodromo Umberto I e finalmente giunse il primo grande successo del club: il primo titolo di Campione d'Italia dopo la partita decisiva del girone finale, giocata a Torino, contro il Genoa.In quell’anno la Juve si aggiudicò anche il Torneo di Seconda Categoria, quello delle squadre riserva. La Juve "B" è ammessa di diritto al girone finale, in quanto unica iscritta dell’eliminatoria piemontese, in compagnia di Genoa e Milan. È una marcia trionfale: 1-0 al Milan in casa, 2-0 a Genova, 3-0 a Milano (con titolo matematico) e 3-0 a tavolino col Genoa per forfait. I giornali d’epoca ci tramandano gli artefici di questa vittoria: Francesco Longo, Giuseppe Servetto, Lorenzo Barberis, Fernando Nizza, Ettore Corbelli, Alessandro Ajmone Marsan, Ugo Mario, Frédéric Dick, Heinrich Hess, Marcello Bertinetti e Riccardo Ajmone Marsan. A coronamento della stagione il clamoroso successo per 2-1 sui titolari nella partitella in famiglia al termine del campionato.Nel campionato successivo, i bianconeri chiusero al primo posto del girone finale con il Milan, pareggiando 1-1 nella partita finale. La FIF decise di far ripetere la partita, ma la Juve rinunciò [2] allo spareggio per il titolo, che quindi fu assegnato al Milan.
Il sodalizio della Juventus con la famiglia Agnelli
Finita la Grande Guerra, il calcio ripartì in Italia con la stagione 1919-20. Al Campionato dell’Alta Italia si iscrissero 67 squadre, perciò il torneo venne diviso in gironi e campionati interregionali (come i Gironi Piemontese o Lombardo, con ogni girone diviso in gruppi). La Juventus, campione della Regione Piemonte, concluse quel campionato al secondo posto nel girone finale, grazie soprattutto al portiere Giovanni Giacone ed ai terzini Oswaldo Novo e Antonio Bruna, i primi calciatori della società bianconera a giocare in Nazionale, nella partita Svizzera-Italia 3-0 del 28 marzo 1920 disputatasi a Roma. Con il poeta e letterato Corrado Corradini (autore, tra l'altro, dell'Inno Ufficiale della Società utilizzato fino agli anni sessanta) eletto nuovo presidente del club, nella stagione 1921-22 i bianconeri si iscrissero al Campionato della Confederazione Calcistica Italiana (C.C.I.), un settore dissidente della Federazione Giuoco Calcio (FIGC). La scissione fu il risultato delle proteste delle squadre più rinomate che mal digerivano l'eccessivo affollamento dei tornei (al campionato 1920-21 parteciparono ben ottantotto squadre). La Juve chiuse la stagione al sesto posto nel girone A della Lega Nord.Il numero dei tifosi juventini, nel frattempo, crebbe: il 19 ottobre 1922 (vittoria per 4-0 contro il Modena), con Gino Olivetti a capo della Juventus, venne inaugurato lo Stadio di Corso Marsiglia, con 15.000 posti: fu il primo stadio d’Italia costruito in cemento armato, considerato all'epoca un "gioiello dell'ingegneria". Il 24 luglio 1923, la famiglia Agnelli entrò a far parte della Juventus con Edoardo, figlio del fondatore della FIAT, eletto nuovo presidente in sostituzione di Olivetti. È l’inizio del famoso sodalizio tra Juventus e FIAT, ed è la nascita del cosiddetto Stile Juve: "eleganza, professionalità e mentalità vincente". In quell’anno la squadra fu quinta nel Girone B della Lega Nord e giunse al sesto posto del Gruppo Eliminatorio del Campionato Nazionale: fu l'anno di debutto per Giampiero Combi, uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, in una squadra che disponeva già di calciatori del calibro di Virginio Rosetta, Federico Munerati, Aldo Giuseppe Borel I, Carlo Bigatto I e Giuseppe Grabbi. Intanto arrivarono anche il primo vero e proprio allenatore della storia bianconera, Jeno Karoly (prima di lui era di solito chi ricopriva il ruolo di capitano a fare da coordinatore all'interno della squadra), e la mezz'ala sinistra Férénc Hirzer (capocannoniere nella stagione 1925-26 con 35 reti in 26 partite), entrambi ungheresi. Nel 1926, la Vecchia Signora, rafforzata ulteriormente con il giocatore ungherese Jószef Viola, vinse il suo secondo scudetto, ventuno anni dopo il primo successo. La Juventus affrontò nella finale l'Alba Roma, vincendo largamente sia all'andata per 7-1, sia al ritorno per 5-0.Nel 1928, a causa delle leggi fasciste dell’epoca, la Juve è costretta a cedere Hirzer (sostituito da Ceverini III) e gli altri giocatori straniere e chiuse la stagione al terzo posto del girone finale del campionato. Dopo le Olimpiadi di Amsterdam, approdò al club torinese Umberto Caligaris, che, con Combi e Rosetta, formò il famoso trio difensivo della Juventus e della Nazionale di calcio italiana negli anni Trenta, una delle più forti difese di tutti i tempi.L'anno 1929 registrò l'istituzione del Campionato a Girone Unico, ovvero la nascita della Serie A a 18 squadre. Nella stagione 1929-30 la Juventus chiuse il campionato al terzo posto, segnando 78 reti. Purtroppo, così come quella precedente in cui morì a 24 anni per aneurisma il mediano Monticone, fu una stagione segnata dal dolore: l'allenatore Karolý morì di infarto alla fine del campionato. In quell’anno la Juventus arrivò, nella sua prima partecipazione, fino ai quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale.
ALLA PROSSIMA CON "IL QUINQUENNIO D'ORO E LA COPPA DELL'EUROPA CENTRALE "

4 commenti:

kiara ha detto...

complimenti anke il tuo è un bel blog
e tante grazie per il commento sul mio blog

Domenico ha detto...

anke il tuo è un bel blog. lo inserirò nella lista degli amici (in basso). Inscriviti al forum.
Ciao stefano e grazie

Me ha detto...

ciao stefano, ti aggiungo alla mia lista di blog amici, fallo anche tu. così abbiamo più possibilità di ricevere visitatori.
in bocca al lupo col blog!
ciao

davide

davide ha detto...

ciao ti volevo solo informare che da edesso sei ufficialmente inserito fra i miei blog amici.