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lunedì 8 ottobre 2007


LA STORIA DELLA JUVENTUS
4° PUNTATA

LA SQUADRA DELLA PRIMA STELLA,
IL TRIO MAGICO (1958- 1961)
E LA PRIMA DOPPIETTA
Nella foto - IL TRIO MAGICO (da sinistra a destra): Sivori, Charles e Boniperti
All'indomani della Seconda Guerra Mondiale, la società passò diverse stagioni nelle prime posizioni della Serie A. Nel 1947, Gianni Agnelli (L’Avvocato, presidente della FIAT) diventò presidente della Juventus Football Club [5]. La Signora, trasformata in società per azioni in quell’anno, vinse lo scudetto al termine della stagione 1949-50, a 15 anni dall'ultimo successo, con 100 reti in campionato e 62 punti, grazie al supporto dal nuovo allenatore, l'inglese Jesse Carver, e di nuovi campioni, come Carlo Parola, Ermes Muccinelli, i danesi Karl Aage Præst e John Hansen, ed in particolar modo a Giampiero Boniperti, bandiera bianconera che smise di giocare alla fine della stagione 1960-61, dopo 444 presenze nella Serie A e 182 reti che ne fanno ancora oggi il fedelissimo e attuale secondo miglior cannoniere della storia della società. Nella stagione successiva, 1950-51, la Juve arrivò terza in Serie A con 103 reti in campionato. Nel 1951-52, sotto la guida dal ex giocatore ungherese, György Sárosi, vinse ancora lo scudetto, grazie ad un grande trio d'attacco formato da Muccinelli, Boniperti e Hansen: le reti realizzate in campionato furono 98 (19 quelle di Boniperti, il cannoniere) e i punti 60. Quel nono scudetto consentì ai bianconeri di raggiungere il Genoa, che aveva da sempre dominato la classifica per numero di tornei vinti. Nella stagione successiva, la squadra giunse seconda, dopo la storica vittoria per 8-0 sulla Fiorentina. Nel 1955 Gianni Agnelli lasciò, per impegni di lavoro, la presidenza che, due anni più tardi, passò a suo fratello minore Umberto (Il Dottore, che a 22 anni divenne il più giovane presidente della storia della società bianconera). Con lui si aprì un nuovo trionfale ciclo di vittorie, con la società bianconera vincitrice dello scudetto nella stagione 1957-58 grazie anche a nuovi campioni come il gallese John Charles, l'argentino di origini italiane Omar Sivori (premiato con il Pallone d'Oro nel 1961), e a vecchi campioni come Boniperti. I tre saranno ricordati come Il Trio Magico, uno degli attacchi più forti di tutti i tempi: 235 reti nel competizioni ufficiali (95 di Charles, 113 di Sivori e 27 di Boniperti), di cui 201 in Serie A, dalla stagione 1957-58 alla stagione 1960-61). Per la prima volta, una società italiana di calcio conquistò la Stella d’Oro al Merito Sportivo, attribuitagli dalla FIGC per avere vinto dieci titoli nazionali. Nella stagione 1958-59 la Juve finì terza in campionato, ma vinse la Coppa Italia battendo in finale l'Inter per 4-1. Nel 1960 conquistò un altro scudetto (l'undicesimo) e un'altra Coppa Italia (la quarta): fu la prima "doppietta" della storia bianconera, un record eguagliato solo dal Grande Torino, dal Napoli e dalla Lazio in tutta la storia del calcio italiano. La Vecchia Signora conquistò ancora uno scudetto nel 1960-61 (con il record di Sivori, che segnò ben 6 reti nella storica vittoria per 9-1 contro l'Inter, in cui i nerazzurri schierarono per protesta la formazione Primavera), ricevendo per prima volta la Coppa campioni d'Italia. Nella sua terza partecipazione europea, i bianconeri arrivarono ai quarti di finale della Coppa dei Campioni del 1962 contro il Real Madrid Ye-Yé di Alfredo Di Stéfano, Ferenc Puskás e Francisco Gento: vittoria madridista per 1-0 a Torino e vittoria della Juve per 1-0, con rete di Sivori, a Madrid (prima vittoria di una squadra italiana nella capitale spagnola). Lo spareggio venne giocato a Parigi e il Real vinse per 3-1. Ma i successi in casa bianconera non si limitarono agli scudetti. Nel 1962-63 i bianconeri vinsero la Coppa delle Alpi, suo primo successo internazionale, con quattro vittorie in altrettante partite (in finale batté l'Atalanta 3-2) e, nel 1964-65, la Coppa Italia battendo l'Inter in finale (1-0); tuttavia in quella stagione la Juventus perse la Coppa delle Fiere (antenata della Coppa UEFA) contro il Ferencvárosi TC (finale unica, 0-1 a Torino). Analoga conclusione si ebbe nella stagione 1970-71, ultima edizione della Coppa delle Fiere, contro il Leeds United AFC, nonostante il doppio pareggio in finale: 2-2 a Torino e 1-1 a Leeds (questa fu la prima volta che il trofeo venne assegnato sulla base dei gol segnati in trasferta). Nella stagione 1966-67, i bianconeri conquistarono il loro tredicesimo scudetto, giunto all'ultima giornata, ai danni dell'Inter. Alla vigilia dell'ultimo incontro l'Inter precedeve la Juventus di un solo punto. I nerazzurri persero per 1-0 a Mantova (con errore del portiere Giuliano Sarti), mentre i bianconeri batterono in casa la Lazio per 2-0. Il presidente della società era Vittore Catella e l'allenatore era Heriberto Herrera, predicatore e precursore paraguayano del movimiento, primo esempio di calcio totale, poi sviluppato e perfezionato negli anni settanta del secolo scorso dalla nazionale olandese di Johan Cruijff.Nella Coppa dei Campioni della stagione successiva, la Juve, rafforzata con il tedesco Helmut Haller, arrivò ai semifinali del torneo, ma perse contro il Benfica di Eusebio (0-2 a Lisbona e 0-1 a Torino).Nella stagione 1969-70 debuttò in prima squadra il giovanile Giuseppe Furino, che giocò fino al 1983-84, vincendo otto scudetti con la Juventus e risultando, ancora oggi assieme a Giovanni Ferrari, il calciatore italiano che ha vinto più tricolori.
ALLA PROSSIMA CON " IL CICLO LEGGENDARIO (1972 - 1986) : LA SECONDA STELLA E LA PRIMA RIVOLUZIONE EUROPEA

1 commento:

Domenico ha detto...

ciao stefano. è ben articolata la tua storia sulla juve. nn ti sento da un pò su messenger come mai???? aspetto la tua risposta. ciao